Folklore Sardo

La Sardegna possiede un importante legame con le sue tradizioni e la sua cultura, che mai come oggi viene tenuto in vita orgogliosamente. Si tratta del folklore, ossia delle feste, le sagre, le celebrazioni che costellano il calendario sacro e profano dell’isola. Come in tutte le civiltà agro-pastorali le feste nascono dai cicli stagionali del lavoro legato alla terra, come momenti propiziatori della fertilità, ma anche liberatori dalle ansie dell’incertezza quotidiana. Le feste in Sardegna sono però anche e soprattutto un modo per riaffermare l’orgoglio di una identità sempre presente, a conferma di una specificità che è fortemente sentita. Le feste non a caso sono anche i momenti del ricongiungimento famigliare, del rimpatrio, del ritorno.

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Maschere tragiche

Il Carnevale, con i suoi riti allegorici e la grande partecipazione popolare, si apre con i falò della notte di Sant’Antonio. Ad Oristano si svolge la coloratissima Sartiglia, una giostra equestre di origine spagnola che ha come protagonista il famoso “su componidori”, la cui vestizione segue da secoli gli stessi antichi gesti. Ma in Barbagia lo stesso evento assume un aspetto molto diverso e meno ridanciano, con le maschere tragiche dei Mamuthones a Mamoiada, dei Merdules a Ottana e dei Sos Thurpos a Orotelli. Sono maschere cupe, che si muovono con passo cadenzato, al suono greve ed inquietante dei campanacci, rievocando antichi riti contadini. Nello stesso modo la Pasqua, che è per l’isola la ricorrenza più importante, si arricchisce di tanti elementi originali, come per il “Lunissanti” (Lunedì Santo) a Castelsardo, che offre la suggestione di una città illuminata per l’occasione solo dalle fiaccole e di una processione che si snoda accompagnata da canti struggenti. All’insegna del colore si apre invece il mese di Maggio a Cagliari, con la sfilata delle “traccas”, caratteristici carri addobbati trainati da buoi, in occasione della festa di sant’Efisio, con un rituale che da 346 anni attira l’attenzione di migliaia di pellegrini da tutta l’isola. In occasione della Sagra di San Costantino a Sedilo si svolge inoltre la sfrenata “Ardia”, di cui sono protagonisti impavidi cavalieri che si lanciano in una corsa vertiginosa lungo un percorso scosceso, dando vita a uno spettacolo sanguigno, ancestrale, di forte tensione.

Candelieri

Altrettanto spettacolare è infine la discesa dei Candelieri a Sassari alla vigilia di Ferragosto. Le alte colonne di legno che vengono trasportate a braccia dai portatori che ballano al ritmo del tamburino e del pifferaio erano in origine dei ceri, offerti alla Vergine dai Pisani sin dal XIII secolo, ma tanto forte è la cultura popolare da aver perpetuato questo rito, pur diventato una processione senza preti, facendone l’evento focale di un’intera comunità.